mercoledì 11 giugno 2014

Addio ç.ç

La pigrizia ha avuto la meglio: blog pubblico, smetto di aggiornarti!
Se qualcuno mi legge sul pubblico, parli ora o taccia per sempre!

martedì 3 giugno 2014

That's me

Pur essendo aracnofobico, sono in grado di stare dieci minuti con la pelle d'oca a cercare di far salire il ragno che mi sono trovato in bagno su un segnalibro per metterlo fuori alla finestra invece di ucciderlo.

venerdì 30 maggio 2014

Se mai dovessi...

Se dovessi scegliere tra diventare sordo, muto, o cieco, cosa sceglierei? Non so per quale motivo dovrei mai prendere una decisione del genere, ma... e se dovessi dare una risposta a questa domanda?
Nonostante cantare sia il mi sogno, sceglierei sicuramente di perdere la voce.
La vista mi serve per guardare la bellezza del mondo. Sono in grado di assorbire felicità dalla visione di cose belle. E poi ho paura a camminare nel buio. Mi serve.
L'udito mi serve per le percezioni. Perchè sono un po' paranoico, e senza avere il completo controllo sull'ambiente che mi circonda mi sentirei perennemente impaurito ed indifeso. E per la musica ovviamente, che è ciò che di più caro ho al mondo, energia del mio cuore. Mi serve.
La voce... Sono sempre stato molto silenzioso, tendo più ad essere una persona passiva che ascolta che non una attiva che si esprime. Mi chiedo quanta differenza farebbe. Oltretutto il mio veicolo espressivo più efficace è sempre stato la scrittura, non la parola. Mi serve meno delle altre.
Mettetemi a viaggiare, a camminare da solo in qualche luogo ancora da esplorare, ad osservare le bellezze del mondo e ad ascoltare la mia musica, e sarò ugualmente la persona più felice di questo pianeta, anche senza poter parlare.


Human

Negli ultimi anni è già successo due o tre volte che un gabbiano sia caduto o atterrato per sbaglio dentro il chiostro interno del mio palazzo e che ne sia rimasto intrappolato dentro. Il chiostro sarà un 7x7m, di pianta quadrata, non è piccolissimo. Ma è alto, per l'esattezza 7-8 piani, e l'unica uscita è, per l'appunto, escluse le finestre che ci si affacciano, il tetto scoperchiato. I gabbiani non sono elicotteri, che riescono a volare in verticale, hanno bisogno di prendere lo slancio per poter volare, e dunque puntualmente non riescono a tornare in cima al chiostro e rimangono intrappolati dentro, alla base. Ci provano. Cercano di salire un pochino per gradi, aggrappandosi a qualche sporgenza o a quale filo dei panni, riutilizzando poi questi come trampolini di lancio per salire di un altro pezzettino. Ma non ce la fanno, arrivano ad un certo punto che gli appigli sono troppo piccoli o troppo sottili, o che non ce ne sono affatto, e ricadono sempre giù, rischiando pure di ferirsi. Come un essere umano che cerca inutilmente e disperatamente di risalire un pozzo dalla superficie quasi totalmente liscia.
Negli anni precedenti erano intervenuti i vigili del fuoco, che però hanno ribadito più volte che non rientrava nelle loro competenze. Ieri, dunque, non è intervenuto nessun aiuto esterno. Se ne è accorta mia madre, che ha coinvolto altre persone del palazzo, e se ne sono occupati loro. Che si sia trattato di lanciargli un po' di pesce per non farlo morire di fame, di calargli un secchietto d'acqua per farlo bere, di tirare giù un cestino attaccato ad una corda nella speranza che ci entrasse per tirarlo su, di gridargli e di sbattere cose per spaventarlo e farlo andare nella direzione giusta, o anche solo lo stare lì affacciati a guardare preoccupati per la sua sorte, la cosa mi ha stupito e commosso. Per essersi presi cura a quel modo di un animale che per l'uomo non ha nessuna valenza o importanza (non è un animale domestico), forse l'essere umano non è ancora diventato quella bestia egoista ed insensibile che vuole far sembrare.

domenica 25 maggio 2014

Ancient memories 2

Novembre

Ho avuto una visione ad occhi aperti. Un po' come succede nei film, avete presente?
Ero in macchina, non stavo guidando. Ero un po' assorto nei miei pensieri, guardavo fuori dal finestrino, quando... così, senza nessun motivo, senza nessun collegamento, non so spiegarmi il perchè, mi è comparsa davanti agli occhi questa immagine. Immagine legata ad un pensiero: “mi piacerebbe stare con una ragazza che sappia cantare o che sappia suonare uno strumento”. E poi la scena, come se stessi guardando un film proiettato sul finestrino che avevo davanti agli occhi. Eravamo io e lei, nella nostra casa, in un futuro nel quale forse convivevamo, o eravamo addirittura sposati. E ci trovavamo spesso a cantare insieme, o a fare un controcanto (lei acuto ed io basso); oppure lei che suonava ed io che cantavo, e componevamo insieme. Ci divertivamo a giocare con la musica. E cantando ci scambiavamo sguardi, sorrisi, risate. Mi piaceva tantissimo tutto questo, ed ero felicissimo. Poi la scena è anche saltata a qualche anno più avanti. Ero diventato adulto, avevo un aspetto maturo, responsabile, compiuto. Tornavo dal mio lavoro, che alla mia vita offriva una solida stabilità ed un equilibrio rasserenante. Rientravo a casa, dove mi aspettava invece la mia più grande fonte di luce e di serenità: la mia famiglia. Avevo creato con lei il mio nucleo familiare, ed avevamo anche un bambino piccolo. Ero adulto, si, ma allo stesso tempo avevo addosso l'entusiasmo di quei genitori alle prime armi, e questo mi faceva sentire più giovane e fresco che mai. Avevo così tanti progetti e così tante idee per lui! Non facevo che giocare con il nostro bambino, mi piaceva dedicargli mille attenzioni, portarlo ovunque e fargli fare di tutto. Ero un padre meraviglioso, e lui mi adorava. Nella visione mi sono visto aprire la porta di casa, nel mio lungo cappotto nero elegante. E davanti a me, ancora fermo sulla soglia, nel biancore della sala illuminata dal sole, ho visto lei, mia moglie, ed il nostro bambino, entrambi dolcemente addormentati sul divano. Le braccia di lei intorno a lui, come ad abbracciarlo, come a proteggerlo. Lei si era sicuramente sdraiata lì con lui per cercare di farlo addormentare, ed alla fine aveva ceduto lei stessa. I loro visi erano sereni. E lei era bellissima, una creatura angelica, ciò che di più bello avessi mai visto. E' stato meraviglioso.

mercoledì 21 maggio 2014

First

Non avevo mai osservato quella parte di terrazzo da lì sotto, da una prospettiva diversa. Non sapevo nemmeno che si vedesse, in realtà. Ero a faccia a terra, gli occhi accecati dal sole, ma guardavo. E guardando mi è rivenuto in mente un ricordo, legato proprio a quell'esatto angolo di terrazzo. Riuscivo quasi a rivederla, quella stessa scena, ripetersi di nuovo, ma stavolta con occhi esterni.
Alcune volte mi scopro un inguaribile romanticone, capace di lasciarsi andare a ricordi e ad immagini così dolci e malinconiche.

In Italia

Ho ricevuto un educazione non adatta all'Italia. In Italia è meglio essere ignoranti.

lunedì 12 maggio 2014

O mondo

Ho voglia di viaggiare.
Mondo, su che parte del corpo vuoi che io ti accarezzi, stavolta?

venerdì 9 maggio 2014

Ping pong

E' un po' di tempo che quando mi scopro bravo in qualcosa lo scrivo in qualche post, così da non dimenticarmelo. Anche a testimonianza per il futuro, se un giorno vorrò ricordarmi di com'ero da giovane, di quello che sapevo fare, delle cose in cui ero bravo, delle cose che mi riuscivano bene, senza appoggiarmi ai ricordi, così mutevoli ed inaffidabili.
A tal proposito, mi stupisco sempre delle mie abilità a ping pong, nonostante io non ci giochi mai. A parte che mi da una tale soddisfazione ed un tale piacere giocarci che a volte mi chiedo come mai io non lo abbia intrapreso a livello più serio. Ma più che altro a volte mi lascio completamente esterrefatto per determinate cose che mi capita di fare naturalmente durante le partite. Come ad esempio quando la palla schizza così velocemente e la mia mano si dirige nella precisa direzione ancora prima che i miei occhi riescano a vederla, o a capire, o ad inviare l'informazione al cervello. O la precisione, la naturalezza e l'eleganza con la quale mi riesce di colpire la pallina sempre al punto esatto, in qualsiasi modo mi venga lanciata contro, come se avessi una tale esperienza da conoscere già tutte le possibili situazioni che il gioco può offrire, come quando si fa una partita a tris e si gioca tranquilli perchè già si conoscono già tutte le combinazioni possibili. O, ancora di più, quando lascio la pallina, velocissima, oltrepassarmi convinto che questa esca fuori dal tavolino, per poi sentirla invece toccare il tavolino soltanto con l'orecchio ed effettuare un movimento di mano e di polso tanto veloce e tanto preciso, alla cieca, da riuscire a recuperarla perfettamente, come se avessi fermato il tempo, o rallentato quello della pallina, ed avere avuto tutto il tempo di raggiungerla, dietro di me.
Tutto ciò mi fa pensare di avere degli ottimi riflessi e degli ottimi tempi di reazione.